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Immagine del redattoreEmilio

IL MARSIGLIA DI VILLAS-BOAS

Con la sospensione della Ligue 1 ed il congelamento delle classifiche, il Marsiglia di André Villas-Boas si posiziona al secondo posto dietro al PSG e centra la qualificazione alla prossima Champions League. L’allenatore portoghese si è seduto sulla panchina dell’OM a luglio 2019 dopo due anni di inattività dalla sua ultima esperienza in Cina allo Shanghai SIPG nella stagione 2016-2017.

Il Marsiglia è una squadra molto intensa ed aggressiva: pressione alta che indirizza gli avversari sulle corsie laterali e compattezza in FNP nella propria metà campo. In FDP, la ricerca di giocatori nello spazio tra le linee fa si che lo stile di gioco sia diretto e verticale.

La duttilità di molti giocatori porta il tecnico portoghese a cambiare spesso sistema di gioco di base, ma il più utilizzato è il P-4-3-3.


FASE DI POSSESSO

In generale la squadra di Villas-Boas è una squadra verticale e diretta: il sistema di gioco di base varia dal P-4-2-3-1 al P-4-3-3 – il più utilizzato – grazie alle caratteristiche di alcuni suoi interpreti. La ricerca di giocatori in rifinitura – principalmente Benedetto, bravo a venire incontro – è la costante che caratterizza sia la costruzione che lo sviluppo. In situazione di costruzione dal portiere, i difensori centrali si allargano sui lati corti dell’area piccola, il mediano o i due centrocampisti centrali (a seconda del sistema di gioco utilizzato) si posizionano in verticale all’estremo difensore per cercare un’uscita pulita dal basso, ma nel caso in cui la pressione avversaria fosse alta, si fa densità in una zona laterale e si procede con il rinvio lungo da parte di Mandanda.

In costruzione a palla libera, la disposizione prevede che i due terzini prendano l’ampiezza o la semi-ampiezza e che il mediano si posizioni alle spalle della prima linea di pressione avversaria, in verticale ai difensori centrali. Una situazione che viene spesso a crearsi in questa fase, è quella che prevede l’accentramento dei due esterni alti e ciò consente di liberare il corridoio laterale ai terzini i quali si alzano in ampiezza. Il movimento dei due esterni bassi permette di liberare spazio ai fianchi dei due difensori centrali, il quale sarà occupato dal mediano per facilitare l’azione di costruzione. Questo movimento è fondamentale per avere la superiorità numerica: infatti non è raro vedere, in caso di P-4-2-3-1, tutti e due i centrocampisti affiancarsi ai difensori centrali, il tutto per facilitare la giocata sugli uomini in rifinitura.


Situazione di costruzione a palla libera nella sfida contro il Nimes: i terzini si alzano lasciando libero lo spazio ai lati dei difensori centrali; i due CC – sistema di gioco di base P-4-2-3-1 – si abbassano in quello spazio per facilitare la costruzione creando una prima linea di costruzione a 4; il TRQ viene incontro così come i due esterni dentro al campo.



Come detto lo sviluppo è molto verticale e diretto: la giocate prevalenti sono in direzione di Dario Benedetto, il quale è molto bravo a staccarsi dalla linea dei difensori per andare a giocare tra le linee e svolgere la funzione di raccordo. I due esterni, principalmente Payet e Germain, entrano dentro al campo e si posizionano negli Half – Spaces. Anche se, in caso di sviluppo dell’azione sul lato destro del campo, Payet rimane largo in ampiezza per sfruttare la superiorità qualitativa sul lato debole.

Azione che si sviluppa sul lato destro del campo: Germain più interno e Sarr in ampiezza; Benedetto in rifinitura; Payet largo sul lato debole pronto a ricevere ed attaccare la linea con un 1vs1 contro il terzino avversario.



Lo svolgimento della manovra su un lato per poi attaccare l’opposto è una situazione che si crea spesso nel gioco del tecnico portoghese. Le caratteristiche dei giocatori li portano ad occupare determinate zone di campo: se Payet viene utilizzato in ampiezza sul lato debole, Germain invece è colui che stringe dentro al campo andando a giocare quasi da sotto-punta vicino a Benedetto. Il costante accentrarsi del calciatore francese favorisce l’esaltazione del terzino destro Sarr: forte fisicamente, all’esterno basso di origini senegalesi e guineane, piace attaccare lo spazio libero ed è in costante proiezione offensiva. Spesso è lui a prendere l’ampiezza sul lato debole, quando l’azione si sviluppa a sinistra, per poi mettere in area cross e traversoni che è l’idea di finalizzazione più utilizzata.

Goal del momentaneo pareggio nella sfida contro il Nimes: Azione che si sviluppa a sinistra; Germain dentro al campo lascia il corridoio libero a Sarr, il quale attacca lo spazio vuoto ed appoggia a Benedetto che a porta vuota segna il Goal dell’ 1 a 1.



FASE NON POSSESSO E TRANSIZIONI

La densità centrale è il principio guida degli uomini di Villas-Boas: la prima linea di pressione indirizza le giocate avversarie esternamente, unita all’azione di due esterni che coprono le linee di passaggio centrali, ma mantengono sempre il contatto visivo con i loro riferimenti laterali e sono pronti ad “uscirci forte” in caso di ricezione. La zona di rifinitura è sempre presidiata dal mediano – o da uno dei due centrocampisti in caso di P-4-2-3-1 – che si muove come un pendolo per tutto lo spazio tra le linee, con l’aiuto dei compagni di reparto che sono sempre attenti a non prendere filtranti alle proprie spalle.

La linea difensiva sta sempre molto alta cercando così di tenere corta la squadra ed i difensori sono sempre pronti a rompere per accorciare sull’avversario più vicino, sia esternamente con i terzini, sia con i centrali, in quel caso gli altri tre vanno a formare una linea di copertura alle spalle del centrale che è uscito. Su palla laterale si il riferimento rimane sempre la palla e la disposizione prevede una diagonale corta del centrale di parte per dare copertura al terzino che è uscito a contrasto.

4-1-4-1 FNP nella sfida contro il Lille – il sistema di gioco di base era il P-4-3-3 – : prima linea di pressione composta dal solo Benedetto, pronto ad uscire forte in caso di retropassaggio; esterni molto vicino alle due mezze ali concedendo dunque solo le corsie laterali; mezze ali pronte ad uscire sui CC avversari in caso di ricezione in quanto quest’ultimi sono rivolti con il busto verso la loro porta; MED a presidiare lo spazio tra le linee insieme ai terzini che sono pronti a rompere per accorciare sui propri riferimenti


In costruzione a palla libera avversaria, il Marsiglia porta una pressione alta indirizzando le giocate esternamente per non consentire ai rivali di avanzare e prendere campo. In generale, sono sempre molto aggressivi e la pressione è costante: questo porta a giocate dirette – anche in costruzione dal portiere – che sono il pane per i difensori dell’ OM. In queste situazioni sono fondamentali i centrocampisti, poiché accorciano immediatamente per l’eventuale seconda palla: costante presente anche in fase di possesso.

Costruzione a palla libera del Lille (3+1) si cerca di direzionare le giocate esternamente: PC pronto ad uscire su DC; CCD su CCSA poiché quest’ultimo è rivolto di schiena; ES e ED più stretti concedendo solo le corsie laterali; CCS prima di alzarsi ed in caso attaccare il suo riferimento, controlla la posizione di MED per non lasciare troppo scoperto lo spazio tra le linee.



La pressione alta in fase di costruzione dal basso costringe spesso gli avversari alla palla lunga con conseguente densità in zona palla fondamentale per la transizione positiva, la quale è seguita prevalentemente da un contropiede manovrato svuotando la pressione attraverso i compagni smarcati in ampiezza. La transizione negativa è seguita da un’immediata ri-aggressione sul portatore con conseguente marcatura dei compagni su tutti gli appoggi per una veloce riconquista della sfera.



CALCI PIAZZATI

I calci piazzati sono, indiscutibilmente, competenza di Dimitri Payet, sia calci di punizione che calci d’angolo. Per quanto riguarda gli ultimi, sono sempre almeno 5 i saltatori che creano un grande affollamento nell’area piccola. Spesso la palla viene messa all’altezza del primo palo, ma a volte il “caos” creato in quella zona consente ad un giocatore di essere libero al limite dell’area sul lato opposto – principalmente Sarr – in modo tale da concludere direttamente al volo.

La disposizione sui corner a sfavore prevede l’impiego di un giocatore sul palo, uno sul corto e Dario Benedetto al centro dell’area con il compito di cercare la palla; il resto marca.

Sulle punizioni laterali, invece, il riferimento rimane la palla creando così una linea di saltatori molto alta e pronta a scappare al momento della battuta ed ad una rapida risalita in caso di respinta.

VALUTAZIONE FINALE

La grande adattabilità di molti giocatori, permette al tecnico portoghese, di variare spesso il sistema di gioco di base, ma questo non porta a nessun cambiamento sui principi che i suoi uomini devono seguire.

La ricerca di giocatori in rifinitura attraverso uno stile di gioco verticale e diretto è la costante che domina la fase di possesso: in quella zona è facile trovare la punta centrale – prevalentemente Dario Benedetto – che si stacca dalla linea dei difensori per aiutare i compagni nello sviluppo. In questo senso è logica la scelta di centrocampisti dinamici che hanno forza e gamba e che sono, dunque, dei veri e propri invasori.

In fase di non possesso, l’OM porta sempre una pressione alta – PPDA uno dei migliori della Ligue 1 (8,56) – cercando di indirizzare le giocate avversarie sulle corsie laterali, concesse appositamente dagli esterni, i quali coprono le linee di passaggio centrali. Grande attenzione viene data allo spazio tra le linee, in quanto è sempre presidiato da un centrocampista che ha il compito di schermare la giocate avversarie, ma allo stesso tempo, i difensori sono sempre pronti ad accorciare sui propri riferimenti, ricercando l’anticipo.

In generale, il Marsiglia è una squadra molto aggressiva: la pressione porta spesso gli avversari a ricercare attacchi diretti alle spalle della linea, la quale è composta da difensori molto forti a giocare di anticipo e nel gioco aereo, il tutto sempre accompagnato dai centrocampisti, i quali accorciano subito per un’eventuale seconda palla.

L’intensità rimane costante per tutti i novanta minuti ed è fondamentale per le transizioni negative poiché sono seguite da un’immediata ri-aggressione per la riconquista veloce.

PUNTI DI FORZA E PUNTI DI DEBOLEZZA

PUNTI DI FORZA

· Dinamismo ed intensità

· Capacità di lettura da parte dei difensori sugli attacchi diretti alla linea


PUNTI DI DEBOLEZZA

· Filtranti in zona di rifinitura

· Rinunciatari a costruire dal basso su pressione alta avversaria

VOTO: 7



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