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Immagine del redattoreEmilio

La "finalmente grande" Lazio di Simone Inzaghi

La Società Sportiva Lazio è allenata dal 2016 da Simone Inzaghi, tecnico che è in casa biancoceleste praticamente da oltre dodici anni, dove ha militato prima nelle vesti di calciatore e poi nei panni di allenatore delle selezioni giovanili della squadra capitolina (allievi e primavera le selezioni da lui guidate prima dell’approdo in prima squadra). L’allenatore nativo di Piacenza, in queste stagioni, ha regalato al Presidente Lotito ben tre trofei: due supercoppe italiane (la seconda conquistata poco prima dell’ultimo Natale contro la Juventus) e una Coppa Italia. Ma i risultati non sono arrivati solo in termini di coppe portate a casa: negli ultimi anni infatti, grazie anche ad un attento e oculato mercato effettuato dall’esperto Igli Tare (l’ultimo grande colpo in ordine di tempo è quello effettuato la scorsa estate quando è arrivato nella capitale l’esterno italiano Manuel Lazzari), la squadra biancoceleste ha elevato sempre di più il proprio livello di gioco e rendimento, toccando il picco massimo nella stagione in corso dove è in piena lotta scudetto (ripresa del campionato permettendo), occupando il secondo posto in classifica con 62 punti (derivanti da 19, 5P e 2S), uno in meno della Juventus che guidano la graduatoria.

Se nelle ultime stagioni si criticava spesso la Lazio per la sua fragilità difensiva, quest’anno anche sotto questo punto di vista, la situazione è nettamente migliorata: oltre alla grandissima efficacia offensiva infatti (sono già 60 le reti effettuate in appena 26 gare di campionato disputate fino a questo momento), si è aggiunta in questa stagione anche una solidità difensiva che frutta ai biancocelesti il “titolo” di miglior difesa della Serie A (solo 23 le reti al passivo).

SISTEMA DI GIOCO

1. Base: La squadra biancoceleste utilizza come sistema di gioco base l’1-3-5-2. 2. In fase di possesso: In questa fase, gli uomini di Simone Inzaghi si schierano in diversi modi, seppur tutti molto simili tra loro: la prima alternativa è il 1-3/2-3-2 con i tre DC in linea a ridosso del centrocampo, davanti a loro Lucas Leiva e una delle mezz’ali che resta più bassa. Il terzetto alle spalle delle due punte (posizionate una più avanti e l’altra leggermente più indietro) è composto invece dall’altra mezz’ala e dai due esterni di centrocampo. Ancora, si è osservato un 1-3/1-4-2, sistema che differisce da quello precedente solamente per la posizione di una delle due mezz’ali che, in questo caso, si posiziona accanto all’altra in mezzo ai due esterni di centrocampo che si sono portati più avanti. L’ultima variante appuntata è il 1-2/3-3-2 con uno dei difensori centrali che affianca il mediano e la mezz’ala che resta bassa. 3. In fase di non possesso: Pochi dubbi e alternative invece per quanto riguarda il sistema di gioco adottato dai biancocelesti in questa fase di gioco. Quando Immobile e compagni non sono in possesso della sfera infatti, si dispongono in campo sempre con un 1-5-3/2 che prevede gli esterni di centrocampo in linea con i tre di difesa, i tre centrocampisti centrali (mediano + mezz’ali) schierati in linea e vicini tra loro nella fascia centrale del terreno di gioco e le due punte vicine che fanno solamente azione di disturbo.


FASE DI POSSESSO

Gioco in verticale e ricerca/attacco della profondità. Sono queste le caratteristiche principali del gioco espresso in campo dagli uomini di Simone Inzaghi a prescindere da come inizi l’azione. Sia con costruzione dal basso che con costruzione diretta infatti, i passaggi effettuati dai biancocelesti saranno quasi sempre effettuati in verticale nel tentativo di avanzare il proprio baricentro e portare la palla il più rapidamente possibile in zona pericolosa nella quale poi scatenare tutto il proprio potenziale offensivo. Ma procediamo con ordine. Partiamo illustrando quella che risulta essere la modalità di costruzione più gettonata dalla squadra detentrice della Coppa Italia, quella diretta: l’estremo difensore Strakosha infatti, raramente gioca la sfera sul corto, optando invece per un lancio lungo alla ricerca di una delle due punte che, nel frattempo, si è portata a ridosso del cerchio di centrocampo o di Milinkovic-Savic, giocatore molto bravo nel gioco aereo anche grazie alla sua importante struttura fisica. Nel remoto caso in cui l’estremo difensore albanese decida invece di giocare la sfera sul corto, questa viene giocata verso uno dei difensori centrali (o verso Lucas Leiva che si è abbassato per ricevere, il quale però non funge da regista basso in quanto, una volta ricevuto, riscarica quasi sempre la sfera dietro), la situazione resta tutto sommato immutata in quanto, dopo un accennato giro-palla, la sfera viene lanciata lunga in avanti (ad effettuare questo lancio lungo ci pensa soprattutto Acerbi). È doveroso inoltre, che esiste un’altra ipotesi in caso di costruzione dal basso: una volta che il portiere mette il pallone in gioco infatti, la sfera può essere portata in zona sviluppo da una delle due mezz’ali che si è abbassata. Da qui poi, con una sortita individuale, il possesso si sposta nei pressi della zona offensiva dove viene tentata una delle giocate indicate qualche rigo più avanti. Al netto di questa ultima situazione descritta, è possibile affermare che gli uomini di Simone Inzaghi hanno come prima azione nel loro gameplan, la conquista e il controllo della seconda palla, alla quale poi segue lo sviluppo della manovra offensiva nella corsia centrale del campo e/o comunque in zona avanzata da dove poi prendono vita le tre giocate principali della manovra offensiva biancoceleste: 1. Nuovo passaggio in verticale effettuato da chi riceve/controlla la seconda palla tra le maglie della difesa avversaria nel tentativo di mettere in porta l’altra punta (Immobile è bravissimo a muoversi sulla linea del fuorigioco e attaccare rapidamente alle spalle dei difensori) o la mezz’ala che si è inserita; 2. Scambio veloce nella fascia centrale del campo che coinvolge soprattutto i due attaccanti e una mezz’ala più avanzata che, passandosi la palla rapidamente, avanzano verso l’area di rigore avversaria dove poi cercano di superare la linea di difesa rivale e arrivare davanti all’estremo difensore oppure di liberarsi per andare alla conclusione dal limite (tiro da fuori tentato soprattutto dalle mezz’ali che possiedono grandi doti balistiche). In questo tipo di giocata rientra anche la sponda/giocata immediata effettuata direttamente sul controllo della seconda palla e che va a pescare uno degli attaccanti che sta attaccando la profondità (solitamente è Caicedo che si abbassa per fare questa giocata rapida e servire Immobile che sta scattando verso la porta avversaria); 3. Spostamento della sfera su una delle corsie per continuare lo sviluppo sui versanti laterali del terreno di gioco coinvolgendo gli esterni di centrocampo che si sono portati alti. Va precisato che lo sviluppo della manovra sulle fasce avviene principalmente sempre dopo un primo sviluppo nella zona centrale, le uniche eccezioni si hanno infatti solo quando uno degli esterni riceve/recupera palla e decide di avanzare con una sortita individuale. Date le caratteristiche delle suddette giocate, risulta abbastanza automatico estrarre e descrivere le principali modalità di finalizzazione della squadra biancoceleste: 1. Triangoli/1vs1, con attacco della linea di difesa avversaria con palla al piede o imbucata per un uomo offensivo che attacca lo spazio alle spalle degli avversari o tiro dal limite effettuato soprattutto da una delle mezz’ali (sia Luis Alberto che Milinkovic-Savic sono infatti dei veri specialisti in questo); 2. Cross/traversoni, effettuati dalle corsie laterali e indirizzati verso l’area di rigore. Questi vengono realizzati o da uno degli esterni di centrocampo o dal difensore centrale laterale (principalmente quello di sinistra) che si è sganciato dalla linea di difesa e si è portato più avanti a ridosso dell’area di rigore avversaria (in questo caso, il pallone partirà quasi sempre dalla trequarti o qualche metro più indietro della linea che delimita l’area di rigore, quindi non dal fondo e l’esterno di centrocampo o stringerà verso il centro del campo o si porterà in posizione utile per ricevere l’eventuale passaggio del compagno). La lavagna tattica che segue, illustra nel dettaglio la disposizione degli uomini di Simone Inzaghi in caso di finalizzazione con cross o traversone. Come si può vedere, in area di rigore si portano quattro uomini: i due attaccanti che attaccano rispettivamente primo palo e zona centrale, un centrocampista centrale/mezz’ala che attacca all’altezza del secondo palo e l’esterno di centrocampo che opera sul lato opposto che si porta nell’half-space. Agli uomini che si trovano in area talvolta si aggiunge anche l’altra mezz’ala che si porta però al limite dell’area stessa, preparandosi a calciare direttamente verso la porta in caso di respinta corta della difesa avversaria o in caso di palla ricevuta dopo un traversone. Da notare inoltre nella lavagna tattica anche il suddetto avanzamento di uno dei difensori centrali laterali.

Come accennato, tutti gli uomini avanzati tendono a fare molto movimento e non disdegnano l’abbassarsi per ricevere: il passaggio per il giocatore che viene incontro per far venire fuori la difesa avversaria per poi attaccare quest’ultima alle spalle infatti, è una dei must del gioco di Simone Inzaghi che, soprattutto contro squadre molto chiuse, esegue spesso questo tipo di azione con una delle mezz’ali o delle punte nel tentativo di muovere gli avversari, turbare il loro equilibrio e liberare quindi qualche spazio attaccabile poi con una delle collaudate giocate in verticale (sostanzialmente è il più classico dei palla avanti-palla dietro e successivo lancio in verticale). Inoltre, è opportuno sottolineare come siano numerosi anche i dai e vai effettuati dai giocatori in maglia biancoceleste: soprattutto nella metà campo offensiva infatti, quando uno dei giocatori effettua un passaggio, una volta scaricata la sfera tenderà ad avanzare la propria posizione. Un altro modo che la Lazio utilizza per liberare spazio alle spalle della difesa è quello di fare qualche rapido scambio veloce e nello stretto che coinvolge l’esterno di centrocampo e la mezz’ala. La squadra del Presidente Lotito risulta inoltre molto pericolosa in contropiede: grazie infatti alla grande velocità e capacità di attaccare in campo aperto, Immobile e compagni sanno far male agli avversari ribaltando rapidamente l’azione (soprattutto dopo gli sviluppi di un calcio d’angolo o di un calcio piazzato contro) con precisi passaggi in verticale o sortite individuali con palla al piede. Per favorire questo, va anche sottolineato che nel caso in cui Strakosha riesca ad impossessarsi della sfera dopo un attacco/piazzato avversario, soprattutto quando la squadra rivale è sbilanciata o posizionata male, l’estremo difensore albanese tenderà a rinviare/giocare rapidamente il pallone. La pericolosità in contropiede degli uomini di Simone Inzaghi aumenta ulteriormente quando si trovano in situazione di vantaggio e gli avversari sono quindi costretti a concedere ancora più spazio nel tentativo di recuperare il risultato. Il ritmo di gioco tenuto in fase di possesso dagli uomini di Inzaghi è solitamente medio con qualche picco positivo di velocità registrato soprattutto in caso di transizione diretta o giocate in verticale effettuate in successione. Alla fase offensiva partecipano quasi sempre otto uomini ai quali, come detto, qualche volta si aggiunge uno dei difensori centrali laterali che avanza la sua posizione.


TRANSIZIONE POSITIVA E SMARCAMENTO PREVENTIVO

Se i biancocelesti recuperano il possesso in zona difensiva o nei pressi del centrocampo, la scelta è quella di consolidare il possesso e quindi costruire con calma la manovra offensiva. Se invece il pallone viene recuperato in zona offensiva, o se la squadra avversaria è alta/sbilanciata (ad esempio perché è in svantaggio), allora Immobile e compagni opteranno per il contropiede diretto che sarà giocato o con un lancio lungo in verticale alla ricerca di un uomo che sta attaccando la profondità o con una sortita individuale portata quasi sempre da chi ha recuperato la sfera (soprattutto se questo è un calciatore dalle caratteristiche offensive come Luis Alberto o Immobile). Lo smarcamento preventivo è fatto solamente dalle due punte che, salvo rarissime eccezioni, restano fuori dalla manovra difensiva e sono pronte a scattare in profondità non appena viene recuperato il possesso.

FASE DI NON POSSESSO

Quando la squadra avversaria inizia la propria azione dal basso, i biancocelesti preferiscono indietreggiare e lasciar giocare il pallone con relativa tranquillità nei primi 20/25 metri di campo, soprattutto quando questo corre nella fascia centrale del campo (in questo caso infatti, le due punte fanno solamente una leggera azione di disturbo negando degli scarichi centrali troppo facili). La situazione invece cambia quando la palla arriva a ridosso del centrocampo e viene giocata sulle corsie: come si può vedere nella lavagna tattica che segue infatti, gli uomini di Inzaghi cercano di impedire lo sviluppo della manovra sul lato, uscendo forte in marcatura sul portatore di palla e andando a scalare in avanti (con esterno di centrocampo e difensore centrale laterale) per coprire gli uomini e negare tutti gli scarichi laterali più vicini a colui che ha il possesso della sfera. Questo ovviamente, quando riesce, costringe gli avversari o a rigiocare la palla all’indietro o a proseguire la propria manovra lungo la fascia centrale del campo, zona nella quale i biancocelesti fanno tanta densità. Si registra quindi un indirizzamento della sortita offensiva avversaria verso una zona più congeniale alla difesa.

Se gli avversari riescono a mantenere il possesso della sfera e ad avanzare, la Lazio si porta e si compatta tutta nella propria metà campo, con i due esterni di centrocampo che si abbassano e si posizionano accanto ai componenti del terzetto difensivo. In questo frangente, la già sopracitata densità la si osserva soprattutto sul lato e a ridosso dell’area di rigore: la squadra capitolina infatti, sempre per negare la giocata sulla corsia (anche perché gli uomini del pacchetto difensivo, fatta esclusione per Acerbi, non sono bravissimi sulle palle alte messe in area di rigore), porta in zona palla ben tre uomini (l’esterno di centrocampo, il difensore centrale laterale che si avvicina al primo e Lucas Leiva che va a dare supporto defilando la sua posizione) che rendono molto difficile la continuazione dell’azione sulla fascia. Va precisato comunque che questo terzetto si concentra quasi esclusivamente sul portatore di palla e sull’avversario libero più vicino, risultando invece più distratto sui tagli eventualmente portati alle loro spalle. La linea arretrata composta da cinque uomini, anche a causa dello scivolamento fatto quando l’azione avversaria di sta sviluppando su una delle corsie e dell’eccessiva vicinanza di tutti gli uomini, non riesce sempre a coprire alla perfezione il campo in ampiezza e quindi talvolta si registrano delle perdite di uomo sul lato debole. Inoltre, anche sulla copertura del limite dell’area risulta talvolta carente con gli avversari che riescono ad andare alla conclusione dalla distanza con discreta facilità (ma questa può anche essere una scelta fatta da Simone Inzaghi che, giustamente, preferisce concedere questo agli avversari piuttosto che qualcosa di più pericoloso). Si registra inoltre qualche calo di tensione e di attenzione di troppo quando la Lazio è sopra nel punteggio e con più di un gol di vantaggio. Gli uomini del pacchetto difensivo difendono a zona. Alla manovra difensiva partecipano quasi sempre in nove uomini, gli unici che restano esclusi da questa sono i due attaccanti che però si portano comunque nella propria metà campo difensiva e a ridosso del cerchio di centrocampo.

TRANSIZIONE NEGATIVA E COPERTURA/MARCATURA PREVENTIVA

Quando gli uomini di Simone Inzaghi perdono il possesso della sfera, la scelta è praticamente sempre la stessa: scappare in difesa e ri-organizzarsi per contenere al meglio la sortita offensiva avversaria. È praticamente quasi sempre assente quindi, ogni forma di ri-aggressione per recuperare subito il possesso (anche perché, attaccando quasi sempre con sette/otto uomini, quando perdono palla sono abbastanza sbilanciati e quindi conviene scappare dietro per non concedere un facile contropiede a campo sguarnito agli avversari). In marcatura preventiva restano i tre difensori centrali che diventano due quando uno di questi (solitamente quello laterale sinistro) decide di avanzare la sua posizione e partecipare alla manovra offensiva.

SWOT ANALYSIS

Punti di Forza: - Potenzialmente devastanti quando riescono a giocare in verticale e ad attaccare la profondità; - Molto pericolosi in contropiede; - Grandi qualità individuali soprattutto a centrocampo e in attacco; - Ciro Immobile è in uno stato di forma tale che può fare gol praticamente in ogni modo e da ogni posizione; - Buona solidità difensiva e capacità di indirizzare l’azione avversaria nelle zone a loro più congeniali; - Rosa tutto sommato lunga e abbastanza completa in ogni reparto.

Punti Deboli: - Quando non hanno la possibilità di giocare in verticale e/o in profondità il loro attacco risulta decisamente meno efficace; - Poca abilità nel gioco aereo soprattutto da parte degli uomini del pacchetto difensivo; - Lato debole non sempre coperto in modo perfetto; - Attaccando quasi a pieno organico, possono soffrire quando attaccati in contropiede; - Ricerca della verticalizzazione talvolta esasperata. Opportunità: - Negare loro la giocata in verticale e la profondità; - Sfruttare la densità che portano sul lato nei pressi dell’area di rigore per attaccare sul lato debole o alle spalle degli uomini attratti sul lato palla; - Cercare di mettere tanti palloni alti in area di rigore e riempire parallelamente l’area di rigore; - Attaccare in contropiede; - Provare a far male con i tiri dalla distanza. Rischi: - Essere bucati da una delle tantissime giocate in verticale e/o in profondità (soprattutto per Immobile) o derivanti dagli scambi in velocità fatti nei pressi dell’area di rigore; - Essere beffati da un tiro da fuori effettuato da una delle mezz’ali; - Subire eccessivamente la manovra difensiva ed essere costretti a snaturare il proprio gameplan offensivo; - Farsi bucare in contropiede, soprattutto dopo gli sviluppi di qualche calcio piazzato a favore o quando si è sotto nel punteggio.

VALUTAZIONE FINALE E VOTO

La Lazio di Simone Inzaghi, in questa stagione, sembra finalmente essere diventata, a tutti gli effetti, una “grande” del calcio italiano: qualità individuali, molto pericolosa in fase offensiva e altrettanto compatta ed efficace in difesa. La squadra del Presidente Lotito, in caso di ripresa del campionato, è determinata a lottare testa a testa fino all’ultima giornata con la Juventus di Maurizio Sarri per la conquista dello scudetto che manca nella Capitale, sponda biancoceleste, da ormai un ventennio. I presupposti ci sono tutti, c’è da aspettare solamente che il pallone torni a rotolare sul prato verde.

VOTO FINALE: 8.0

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