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Immagine del redattoreEmilio

La Rinnovata Roma di Fonseca

L’Associazione Sportiva Roma, nell’estate del 2019 ha deciso di voltare totalmente pagina e provare ad aprire un nuovo ciclo. Via quindi Claudio Ranieri (subentrato all’esonerato Eusebio di Francesco) e dentro un tecnico giovane e dalle spiccate qualità come Paulo Fonseca. Anche a livello di rosa sono state apportate numerose modifiche: hanno lasciato la capitale infatti giocatori come Manolas, Nzonzi, Olsen e soprattutto il capitano Daniele De Rossi (nella sessione di calciomercato invernale ha poi lasciato la squadra capitolina anche colui che aveva ereditato i gradi di capitano, il terzino azzurro Alessandro Florenzi). A sostituirli, tra i tanti, oltre ai più esperti Smalling e Mkhitaryan, sono arrivati in casa giallorossa calciatori giovani e di prospettiva come Gianluca Mancini, Leonardo Spinazzola, l’estremo difensore spagnolo Pau Lopez, il mediano Diawara e il centrocampista tuttofare Jordan Veretout. Nonostante qualche periodo di appannamento (soprattutto tra gennaio e febbraio), la squadra del Presidente Pallotta occupa ora il quinto posto in classifica con 45 punti, (frutto di 13V, 6P e 7S) e ha messo nel mirino la zona Champions League che dista solamente tre lunghezze (anche se l’Atalanta ha una gara in meno). La produzione offensiva, oltre a un gioco tutto sommato positivo e a tratti spumeggiante, è sicuramente la nota più lieta fino a questo momento: sono infatti ben 51 le reti messe a segno in 26 uscite, risultato che vale attualmente il terzo posto nella speciale classifica dei “migliori attacchi” della Serie A. La solidità difensiva invece è per ora il tallone d’Achille degli uomini di Fonseca che hanno già incassato 35 marcature, un numero leggermente troppo elevato per una squadra che vuole lottare per i primissimi posti della graduatoria.

SISTEMA DI GIOCO

1. Base: la squadra giallorossa utilizza come sistema di gioco base l’1-4-2-3-1. 2. In fase di possesso: in questa fase, gli uomini di Paulo Fonseca si dispongono in due modi diversi (ma neanche troppo) a seconda della posizione del pallone o della fase di costruzione della manovra d’attacco. Quando la sfera è nella metà campo difensiva e/o nei pressi del centrocampo, lo schieramento adottato è il 1-3-2-4-1 con la linea più arretrata composta da i due DC e da un mediano che si abbassa e allarga accanto a questi (vedi la sezione “fase di possesso” per dettagli), davanti a loro si posizionano l’altro mediano e il trequartista centrale che arretra la sua posizione, mentre dietro la punta avanzata troviamo sulle corsie i due terzini che si sono spinti in avanti e all’interno i due esterni d’attacco che si sono stretti verso il centro del campo per liberare lo spazio sulle corsie proprio ai due terzini. Successivamente, quando la sfera ha avanzato la sua posizione o la prima fase di sviluppo è stata completata, la squadra varia leggermente il suo schieramento disponendosi con il 1-3-1-5-1: in questo caso, l’unica variazione dal primo sistema è la posizione del trequartista che non si abbassa ma resta avanzato e posizionato in mezzo ai due esterni d’attacco. 3. In fase di non possesso: anche in questa fase, le disposizioni variano in base a dove si trova la sfera. Quando gli avversari stanno giocando il pallone nei pressi della propria area, la squadra di Fonesca si dispone con il suo 1-4-2-3-1 di base, andando a disturbare la costruzione solamente quando questa si sposta sul lato. Successivamente, quando la palla rotola nella zona centrale del campo, i giallorossi mutano il loro schieramento in un 1-4-4-1-1, con i due esterni d’attacco che si abbassano a livello dei due mediani e il trequartista che si dispone dietro la punta avanzata, disturbando con quest’ultimo (neanche con troppa convinzione volendo essere onesti) la costruzione avversaria quando questa viene svolta nella fascia centrale del terreno di gioco. L’ultimo schieramento che si registra è il 1-4-5/1, disposizione tenuta dalla squadra capitolina quando il pallone si trova nei pressi della porta difesa da Pau Lopez. In questo caso, il trequartista si abbassa in mezzo ai mediani e partecipa attivamente alla manovra difensiva dalla quale resta escluso solamente l’attaccante centrale che invece rimane più alto.


FASE DI POSSESSO

La manovra offensiva dei giallorossi inizia quasi sempre con una costruzione dal basso. Pertanto, i primi a gestire il pallone, oltre all’estremo difensore Pau Lopez, sono i due difensori centrali (principalmente Mancini) che ricevono la sfera e salgono palla al piede. Parallelamente a questo, i due terzini si sganciano dalla linea difensiva avanzando la loro posizione. Accanto ai due difensori centrali quindi, come si evince nelle lavagne tattiche che seguono, va a schierarsi uno dei due mediani (solitamente quello destro in quanto la Roma sviluppa più volte l’azione su quel versante, anche a causa del fatto che Bruno Peres spinge molto di più rispetto a Kolarov) che diventa quindi il destinatario principale del pallone giocato dai difensori centrali. A completare questo schieramento, ci pensano il trequartista che arretra la sua posizione andando quindi ad affiancare l’altro mediano (quello che è rimasto al suo posto per capirci meglio) e i due esterni d’attacco che stringono verso il centro del campo per far spazio sulle corsie ai terzini.

Così, disposti con questo 1-3-2-4-1 la squadra di Fonseca sviluppa la propria manovra offensiva, assegnando al mediano che ha affiancato i difensori centrali il ruolo di “regista arretrato”. Il mediano infatti, una volta ricevuta la sfera dai difensori centrali, può scegliere una delle seguenti opzioni per sviluppare la manovra offensiva: 1. Passaggio al trequartista che si è abbassato, il quale poi, a sua volta, può o scambiare di nuovo dietro al mediano (che valuterà quindi l’ipotesi successiva) oppure girarsi verso la porta avversaria e avanzare con la sfera, fungendo quindi lui da regista; 2. Apertura sulle corsie per uno dei due terzini che, ricevuta la palla, sale palla al piede sul lato, questa giocata viene effettuata soprattutto sul lato di Bruno Peres (Kolarov risulta il destinatario di questa giocata solo quando è almeno a ridosso della trequarti avversaria e raramente sale palla al piede). Da precisare comunque che, nel caso in cui non ci fosse lo spazio per avanzare, il terzino ha facoltà scegliere tra lo giocare di nuovo dietro il pallone o provare il lancio lungo verso la punta alla ricerca della giocata indicata nel punto che segue; 3. Giocare palla lunga verso la punta centrale che, abbassando leggermente la sua posizione, viene incaricata di difendere la sfera in attesa di far avanzare i compagni o fare da sponda e giocare quindi immediatamente la palla (magari di testa) in direzione di un compagno che sta attaccando la profondità, questo avviene quando gli avversari chiudono bene tutti gli spazi, evitando di finire fuori posizione a causa dei movimenti senza palla effettuati dai giallorossi. Tra i tre sviluppi sopra elencati, quello più gettonato è sicuramente il secondo in quanto la manovra della squadra capitolina prevede un continuo e costante coinvolgimento dei terzini (questo poi, come vedremo nella sezione dedicata al non possesso, risulterà essere anche uno dei punti deboli della squadra di Fonesca). Non a caso, la modalità di finalizzazione preferita da Dzeko e compagni risulta essere quella che prevede un cross/traversone effettuato da uno dei terzini verso il cuore dell’area (la Roma è seconda per gol di testa realizzati in campionato con ben 10 marcature fino a questo momento): ad attendere il pallone negli ultimi sedici metri di campo ci sono la punta centrale (massima attenzione a Dzeko che risulta essere bravissimo nei colpi di testa, nonché l’uomo più ricercato in questo frangente), i tre uomini che giocano dietro di lui (esterni che hanno stretto la loro posizione anche per fare spazio al terzino, più il trequartista) e, in caso di pallone messo in mezzo dalla corsia destra, all’altezza del secondo palo c’è Kolarov (Bruno Peres infatti, a differenza del serbo, raramente si porta in area [probabilmente a causa delle sue inferiori doti balistiche e offensive], scegliendo quindi di restare al limite e abbastanza defilato, pronto ad effettuare un nuovo cross in mezzo). Al limite invece si colloca uno dei due mediani, più precisamente quello che, ad inizio azione, non si è abbassato accanto ai difensori centrali. Qualora lo sviluppo sulla corsia non crei la possibilità di mettere il pallone in area, gli uomini di Fonseca optano per un cambio di lato, facendo circolare il pallone da un terzino a quello situato sul versante opposto (il quale poi ovviamente proverà a crossare alla prima occasione utile), il tutto tramite passaggi rasoterra che coinvolgono più uomini. Inoltre, il giocare inizialmente su un lato per poi concludere l’azione su quello opposto, è un’altra delle “strategie” studiate da Paulo Fonseca: cosi facendo infatti, Pellegrini e compagni attirano la difesa avversaria in uno dei due lati del terreno di gioco, per poi ribaltare rapidamente il fronte d’attacco e far male sul lato debole rimasto parzialmente scoperto. Se invece gli avversari negano ogni spazio sulle fasce, la Roma decide di attaccare per via centrale (in questo caso lo schieramento offensivo resta immutato rispetto a quanto detto prima) e lo fa principalmente coinvolgendo Dzeko nello sviluppo della manovra: il bosniaco infatti, grazie anche alla sua fisicità, risulta essere l’uomo perfetto per proteggere la palla spalle alla porta (in attesa di poter servire un compagno che poi quasi sempre tenterà la giocata individuale [fatta anche per “attirare l’attenzione della difesa avversaria” per poi colpire quest’ultima sul lato debole] o la conclusione diretta verso la porta) o per fungere da sponda (soprattutto al limite dell’area) in rapidissimi scambi nello stretto creati insieme ai tre schierati alle sue spalle (il più cercato in questo caso è Cengiz Under) con conseguenti 1vs1 o imbucate alle spalle della linea. Inoltre, l’attaccante centrale tende talvolta anche ad abbassare la sua posizione, finendo per giocare sulla trequarti offensiva: in questo caso, il suo posto come terminale avanzato viene preso dal trequartista che può essere servito dalle “spizzate” di testa effettuate proprio dalla punta. I tre uomini disposti alle spalle della punta avanzata (che spesso e volentieri ruotano anche la loro posizione) risultano inoltre molto pericolosi sia nelle sortite individuali (sono tutti dotati infatti di grandissime doti tecniche e di dribbling), sia nei tiri dalla distanza (in questo particolare fondamentale va aggiunto ai suddetti tre, anche il serbo Aleksandar Kolarov che risulta essere un grande specialista nelle conclusioni dalla distanza). La squadra del Presidente Pallotta sa far male agli avversari anche in contropiede: come vedremo nella sezione successiva di questo report, i giallorossi optano quasi sempre per la giocata diretta in caso di palla recuperata e, complice anche la grande velocità e qualità posseduta dagli uomini più avanzati (sono tutti molto bravi anche nello scattare al momento giusto, evitando quindi di finire in fuorigioco), risultano essere molto efficaci in questa particolare situazione di gioco. Anche sui calci piazzati gli uomini di Fonseca dimostrano di essere abbastanza pericolosi: sono già 11 infatti, i gol realizzati da palla inattiva (su tutti quelli arrivati su calcio di punizione diretto battuto da Kolarov). Come detto in apertura di questa sezione, tutta la manovra giallorossa parte spesso e volentieri dal basso con il portiere che gioca sul corto (Pau Lopez infatti tende a rinviare lungo solamente nell’ultima parte di gara, quando magari c’è da perdere tempo e/o difendere il risultato evitando quindi di prendere tanti rischi): ebbene, se gli avversari fanno pressione, tutto il meccanismo offensivo della squadra capitolina fa molta più fatica a mettersi in moto, facendo aumentare in modo considerevole gli errori in fase di uscita (anche a causa delle qualità di palleggio non proprio eccelse possedute dagli uomini arretrati e dalla situazione di “apprensione” nella quale finiscono quando vedono arrivare un avversario dalle loro parti [risultano cioè poco tranquilli e lucidi in questo frangente]) e i conseguenti palloni regalati alla squadra avversaria con passaggi più o meno sbilenchi. Il ritmo di gioco tenuto in fase di possesso dagli uomini di Fonseca, dopo una prima costruzione piuttosto lenta, risulta essere medio-alto, con il pallone che gira rapidamente nell’ultimo terzo di campo e con tanto movimento senza palla. Alla fase offensiva partecipano in sette uomini, con un mediano e i due difensori centrali che restano fuori da questa e in marcatura preventiva (soprattutto i due DC).


TRANSIZIONE POSITIVA E SMARCAMENTO PREVENTIVO

Quando i giallorossi recuperano la sfera, la scelta principale (ovviamente quando possibile) è quella di andare in contropiede diretto. Questa giocata, nella quale gli uomini di Fonseca risultano molto efficaci, viene effettuata in tre modi: 1. Lancio lungo verso Dzeko che, sfruttando la sua fisicità, controlla e protegge la sfera spalle alla porta, permettendo così ai compagni di guadagnare campo e quindi proseguire la transizione con loro. Il bosniaco può anche optare per una sponda di testa indirizzata verso la porta avversaria e diretta ad uno dei compagni che è scattato in avanti; 2. Passaggio lungo in verticale per uno dei giocatori offensivi che sta attaccando la profondità, in questo caso il destinatario del passaggio sarà quasi sempre uno dei tre uomini che compongono il terzetto alle spalle della punta avanzata; 3. Attacco diretto con palla al piede, questa opzione viene esplorata quando la sfera viene recuperata da uno dei giocatori offensivi (i due esterni d’attacco o il trequartista, tutti dotati di grande velocità e tecnica). L’azione si sviluppa pertanto con il portatore di palla che attacca la difesa avversaria, sfruttando le proprie caratteristiche individuali e, una volta arrivato negli ultimi 20/25 metri di campo, o tenta la conclusione diretta verso la porta (scelta più gettonata) o serve uno dei compagni che sta attaccando alle spalle della linea di difesa avversaria. Lo smarcamento preventivo è fatto solamente dalla punta centrale che resta fuori dalla manovra difensiva, posizionandosi quasi a ridosso del cerchio di centrocampo.


FASE DI NON POSSESSO

Come detto in apertura, la Roma di Paulo Fonseca, quando non è in possesso della sfera, adatta il suo schieramento in campo in base alla posizione in cui si trova il pallone. Si parte infatti con il 1-4-2-3-1 di base usato quando gli avversari stanno giocando la palla nei pressi della propria porta. In questo caso, i giallorossi non portano una pressione asfissiante ma cercano semplicemente di rendere più difficile l’uscita agli avversari, facendo azione di disturbo in zona centrale (anche se raramente viene schermato il regista basso avversario) e uscendo in marcatura con gli esterni nel caso in cui il pallone venga giocato sulle corsie. Lo stesso atteggiamento è tenuto anche quando l’azione si sposta nei pressi del centrocampo: l’unica variazione che si registra è nella disposizione in campo degli uomini di Fonseca che si trasforma in un 1-4-4-1-1. Come si vede nella lavagna tattica che segue infatti, gli esterni d’attacco arretrano la loro posizione allineandosi ai mediani mentre il trequartista centrale resta più avanzato dietro la punta avanzata.

Qualora gli avversari riescano a portarsi negli ultimi 25 metri di campo, il trequartista si abbasserà posizionandosi tra i due mediani, facendo variare ulteriormente la disposizione in campo in un 1-4-5/1, con il solo Dzeko che resta in avanti e quindi escluso dalla manovra difensiva. Quando gli avversari riescono a portarsi al limite dell’area giallorossa, si osserva che la squadra di Fonseca porta ben nove uomini a ridosso degli ultimi 16 metri di campo: sei occupano l’area di rigore (i quattro di difesa più i due mediani) mentre al limite si collocano i tre del terzetto offensivo. Essendoci spazio tra queste linee, è possibile quindi provare a giocare la sfera nella zona di rifinitura. Ovviamente, se l’azione avversaria si sviluppa su una corsia, il terzino uscirà sul portatore di palla, abbandonando quindi l’area di rigore e sarà aiutato dall’esterno d’attacco che accorcerà anche lui verso l’avversario, evitando di lasciare il terzino in 1vs1 o in inferiorità numerica nel caso gli avversari abbiano portato ben due uomini sul lato. Come accennato, nello scacchiere tattico difensivo di Fonseca è assente la pressione alta e le uniche uscite in marcatura si registrano sulle fasce: in questo caso, come detto, ad andare in pressione sul portatore di palla avversario è quasi sempre uno degli esterni d’attacco. Parallelamente a questa uscita, si registra un avanzamento del terzino che opera sullo stesso versante volto a chiudere un ulteriore scarico laterale alle spalle dell’esterno in uscita. Pertanto, se gli avversari giocano la palla per via centrale, riescono con relativa facilità ad arrivare a ridosso del centrocampo in quanto, la già sopracitata azione di disturbo fatta dalla punta e dal trequartista risulta poco efficace e convinta. Un’altra particolarità della manovra difensiva giallorossa è la posizione tenuta dei mediani: quando gli avversari sono nella loro metà campo o a ridosso della linea mediana del rettangolo di gioco infatti, i due uomini di centrocampo sono abbastanza alti (o comunque tendono ad uscire in avanti per contrastare eventuali scarichi centrali avversari) e questo fa si che si crei alle loro spalle tanto spazio che può essere facilmente attaccato. A coprire questo spazio ci prova spesso e volentieri Mancini che per sua natura tende molto spesso ad andare in anticipo (anche di testa sui lanci lunghi) o comunque uscire in avanti. Così facendo però rende orfana di un uomo la linea di difesa che risulta pertanto più vulnerabile e penetrabile con scatti in profondità effettuati sulla linea del fuorigioco. Il tutto è riassunto e illustrato più chiaramente nella lavagna tattica che segue.

Il vero punto debole della retroguardia giallorossa però lo si registra sulle corsie: data la copiosa e continua partecipazione alla manovra offensiva dei terzini infatti, la difesa di Fonseca, soprattutto in caso di contropiede immediato da parte degli avversari (magari dopo aver rubato la palla ai giallorossi durante la loro fase di costruzione o sulla trequarti offensiva, quindi quando i terzini hanno già avanzato di molto la loro posizione), risulta essere molto sguarnita sulle fasce e quindi può risultare molto utile ed efficace portare attacchi proprio sui lati esterni del campo, costringendo quindi anche gli uomini rimasti in marcatura a scalare sul lato e di conseguenza lasciare libero il lato debole. Inoltre, anche a difesa schierata, risultano spesso efficaci i tagli effettuati tra DC e TRZ, soprattutto sul lato destro. I difensori centrali di Fonseca sono fisicamente ben strutturati e rocciosi ma allo stesso tempo un po’ lenti e macchinosi, le loro difficoltà inoltre si registrano quando sono costretti ad uscire fuori dall’area di rigore per sopperire alla mancanza del terzino che ancora deve rientrare. Gli uomini del pacchetto difensivo difendono a zona. I raddoppi sono rari e vengono portati solamente sul lato grazie alla collaborazione di terzino ed esterno d’attacco. Alla manovra difensiva partecipano quasi sempre in dieci uomini, l’unico escluso è l’attaccante centrale che resta a ridosso del cerchio di centrocampo e pronto a ricevere la palla lunga.


TRANSIZIONE NEGATIVA E COPERTURA/MARCATURA PREVENTIVA

La scelta adottata dagli uomini di Fonseca in caso di palla persa varia a seconda della posizione in cui il possesso cambia sponda: 1. Ri-aggressione immediata nel tentativo di recuperare subito la sfera, questo si evidenzia nel caso in cui la palla viene persa al limite dell’area avversaria o comunque negli ultimi 25 metri di campo. In questo caso infatti, la massiccia presenza di uomini in maglia giallorossa nell’ultimo quarto di campo (cioè tutti quelli impegnati nella manovra offensiva) rende possibile la ri-aggressione con una discreta efficacia, soprattutto quando gli avversari non escono rapidamente o hanno poca qualità nei piedi; 2. Scappare dietro e riorganizzare la difesa, si verifica quando il possesso viene perso nelle zone di campo diverse da quelle citate nel primo punto. In questo caso la squadra capitolina si ricompatta dietro e aspetta la giocata avversaria. In marcatura preventiva solitamente i due difensori centrali e il mediano che si è affiancato a loro in fase di costruzione offensiva.


SWOT ANALYSIS

Punti di Forza: - Grande qualità offensiva e tanti uomini avanzato dotati di tecnica e talento superiore alla media che possono inventare una giocata decisiva in qualsiasi momento; - Molto pericolosi in contropiede e quando possono giocare in velocità/profondità; - Dzeko sempre pericoloso sia in fase di finalizzazione (molto bravo nel gioco aereo e quindi pericolo numero uno sui cross) sia in fase di rifinitura; - Buona efficacia sui calci piazzati (soprattutto calci di punizione); - Buona organizzazione in campo soprattutto in fase di possesso con tanti uomini che partecipano alla manovra d’attacco; - Pericolosi anche sui tiri da fuori area e con gli scambi veloci effettuati nella stessa zona. Punti Deboli: - Difesa talvolta troppo scoperta, soprattutto sulle corsie a causa dell’eccessiva partecipazione dei terzini in fase offensiva;

- Posizione troppo avanzata dei mediani e uscite in avanti/anticipo di Mancini; - Se pressati alti fanno fatica a impostare la loro azione dal basso; - Se non possono sviluppare sulle corsie sono costretti a giocare ogni volta lungo sulla punta; - Qualche infortunio di troppo che sta martoriando la rosa da inizio stagione. Opportunità: - Negare loro la giocata in sulle corsie e rendere difficile la ricezione della palla alla punta centrale; - Attaccare rapidamente dopo aver rubato la palla, soprattutto sulle corsie laterali; - Attaccare mettendo la palla alle spalle dei mediani ed effettuare tagli tra difensore centrale e terzino o alle spalle di Mancini quando quest’ultimo esce in avanti e/o va in anticipo; - Fare pressione alta nel tentativo di farli sbagliare in fase di costruzione bassa. Rischi: - Concedere troppo spazio sulle corsie ed essere quindi beffati su uno dei tanti cross/traversoni; - Essere bucati da una giocata individuale o da un tiro da fuori effettuato da una dei giocatori offensivi (soprattutto i tre che agiscono alle spalle della punta centrale); - Essere beffati su calcio piazzato; - Subire eccessivamente le giocate in contropiede e in velocità/profondità.


VALUTAZIONE FINALE E VOTO

La stagione della Roma, fino a questo momento, è stata una continua altalena: a grandissime prestazioni sia in termini di risultato che di gioco, sono seguite infatti prove decisamente meno brillanti che hanno portato a pesanti tonfi. Azzerare tutto (o quasi) e iniziare un nuovo progetto tecnico e ottenere subito risultati positivi non è mai facile né scontato, soprattutto se la piazza in questione è quella caldissima giallorossa. Qualche limite da colmare c’è ancora (soprattutto in difesa) ma l’idea di gioco di Paulo Fonseca pare essere quella giusta. La squadra della Capitale è sicuramente una di quelle da seguire nella restante parte di questa annata sportiva (qualora fosse ripresa) e da tenere in seria considerazione per la lotta alla zona Champions, ma il futuro sembra promettere ancora meglio.

VOTO FINALE: 6.5

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